Ring Around the Rosie...

Pubblicato il 5 marzo 2025 alle ore 15:26

Cosa non si fa per la Rosalia...

Al centro del girotondo di oggi non sta un fiore - come nella famosa filastrocca anglosassone - ma un'altra "rosie" ai miei occhi altrettanto bella: Rosalia alpina, chiamata anche cerambice del faggio, un coleottero talmente elegante e iconico da essersi meritato diversi francobolli in giro per l'Europa. 

Oltre all'indiscutibile prestanza, Rosalia è anche particolarmente esigente. Tanto esigente che la perdita del suo habitat ideale ha messo seriamente a rischio la sua sopravvivenza.

Rosie predilige il faggio.

Il faggio deve essere morto o moribondo. 

Il faggio deve essere morto o moribondo in piedi, perché schifa l'umidità.

Se viene a mancare questo asilo nido ideale, dove le larve possono mangiare e trasformarsi in adulti, niente prole.

I problema di Rosalia è che la selvicoltura - quando non ispirata a criteri naturalistici come spesso accade - non prevede la presenza di legno morto nel bosco, riducendo così le possibilità del nostro coleottero di riprodursi con successo (e come lei altre specie saproxiliche).

Per la protezione di questi animali nei  boschi possono venir sacrificati alcuni alberi mediante cercinatura: la rimozione di un anello di corteccia fino al cambio provoca infatti un lento disseccamento della pianta, ricreando artificialmente le isole di senescenza sempre presenti in un bosco lasciato all'evoluzione naturale. 

Sono felice che la popolazione di Rosalia si stia lentamente riprendendo anche grazie a questi interventi, ma non posso fare a meno di osservare che l'intera faccenda ha qualcosa di contraddittorio. 

 

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